33 -  BANCHE CENTRALI

 

La Banca d’Italia, e le banche centrali in generale, dovrebbero monitorare e regolare i flussi monetari assicurandosi che il settore produttivo abbia sempre tutto l’ossigeno che può utilizzare, che l’inflazione sia tenuta sotto controllo e che il settore speculativo non destabilizzi i mercati gonfiando bolle, organizzando truffe, bancarotte e insolvenze, quali frequentemente dobbiamo osservare.
Date le premesse, uno si aspetterebbe che la Banca d’Italia fosse un organismo dello Stato Italiano, e invece scopre che è una banca privata le cui azioni sono possedute dalle maggiori banche e assicurazioni italiane (vedi elenco degli azionisti). Uno si aspetterebbe almeno che avesse un capitale sociale importante, e invece scopre che è di appena 156.000€, (vedi voce di bilancio fig. S3/33-3) ripartito in quote da 0,52€ ciascuna. Sorpreso?
Guardando i suoi bilanci pubblicati in internet, poi, si trova che candidamente dichiara quant’è la moneta circolante alla fine di ogni anno. Facendo delle semplici differenze con l’anno prima si scopre che ha stampato e messo in circolazione cartamoneta per i valori riportati in figura S3/33-1.
Ovviamente non dice di aver stampato nuova carta a vuoto, ma di aver aumentato il denaro circolante.


Come si vede, dal 2002 al 2008 la quantità di moneta circolante è più che raddoppiata. Perché dunque meravigliarsi se l’Euro lo si percepisce dimezzato di valore?
Se in Italia ci sono circa 45 milioni di maggiorenni, al 31 12 2011 ognuno di essi dovrebbe avere a disposizione in media 3245€ di carta.

Uno si aspetterebbe che a fronte dei soldi stampati avesse comperato oro a garanzia, e invece l’oro delle riserve non è cresciuto di un grammo; da diversi decenni è stabile a quota 2452 tonnellate, cioè 40,9 grammi per abitante: una collanina. (La variazione dell’oro a bilancio dipende solo dalla quotazione che ha alla fine di ogni anno). Dunque, quei soldi, la cui stampa è costata un’inezia, sono diventati tutti profitto a disposizione dei suoi azionisti.
Impossibile! dirai.
E invece no, anche se il meccanismo è talmente sconcertante che la mente si rifiuta di crederlo vero, è la cruda realtà. Con i soldi stampati la banca compera azioni, obbligazioni, immobili ecc. che entrano nel suo patrimonio.
Le banche centrali dovrebbero restituire quasi tutto questo attivo (tolte le spese) allo Stato (ai cittadini), ma giacché prelevano quelle ricchezze sotto forma di superstipendi, super liquidazioni, premi, benefit, dividendi ecc. resta poco da restituire. A tal proposito è interessante sapere che nel 2008 i dipendenti della Banca d’Italia sono stati la bellezza di 7809 unità. Con quegli utili se li può ben permettere!
Ci si aspetterebbe inoltre che di quei soldi “guadagnati” senza fatica pagasse almeno le tasse; e invece no! Il codice civile glielo impedisce. Esso stabilisce (e quindi obbliga) che nel bilancio quegli Euro vadano scritti tra le “attività”, ma anche tra le passività alla voce “moneta circolante”, e che perciò, controbilanciandosi, non diano utili e quindi non siano tassabili. Ciò era giusto un tempo quando la banca adoperava quei soldi per comperare oro da mettere a riserve (le entrate pareggiavano le uscite), oggi, invece, è divenuto un privilegio indecente. E paradossalmente, se la Banca d’Italia redigesse il bilancio in modo corretto, sarebbe fuorilegge. Naturalmente, il circuito politico si guarda bene dal cambiare gli articoli del Codice Civile incriminati, perché parte di quegli utili non tassati arrivano generosamente nelle sue tasche per vie traverse sotto forma di finanziamenti vari; l’altra parte, come è ovvio,  se la mangiano i banchieri, mentre tu lavori, paghi gli interessi sui prestiti e chiedi alle banche di continuare a stampare soldi e quindi di continuare a mangiare sulle tue spalle.
Infine, se le banconote un tempo erano convertibili in oro, e quell’oro che stava nei forzieri delle banche era di proprietà di chi aveva le banconote, cioè dei cittadini, come mai ora quell’oro è scritto tra gli attivi alla prima voce dello stato patrimoniale della Banca d’Italia, un ente privato?
Finita la convertibilità, quell’oro doveva essere reso ai cittadini o diventare bene dello Stato. E invece …
C’è poi un’altra questione spinosa da giustificare. Perché nelle vecchie Lire la Banca d’Italia scriveva: “Pagate a vista al portatore”, e sugli Euro non c’è scritto niente? Chi è il responsabile dell’emissione della moneta? E con che cosa ne garantisce il valore?